martedì 31 ottobre 2023

To Bleed a Crystal Bloom. Fiore di cristallo di Sarah A. Parker


 Incollats,

benvenuti in Ella versione ribelle. Rebella. Con questa definizione ho persto totalmente la mia credibilità.

Il libro che vi presento è il solito "fenomeno" del Booktok o qualcosa di venduto come tale che, non solo fa crollare le aspettative, ma fa decisamente cadere attributi normalmente non in dotazione alle donne.

Si tratta di To Bleed a Crystal Bloom. Fiore di cristallo di Sarah A. Parker edizioni HarperCollins.

Mi sono fatta forza e sono arrivata sino alla fine, perché dovevo capire e sapere cosa ci trovasse la gente di così straordinario in questo romanzo.

La prima cosa che mi viene da dire è: ma usare dei nomi più semplici no?

Cerchiamo, Incollats, di fare chiarezza assieme.

La trama dovrebbe (e il condizionale è a caratteri cubitali) essere un retell della fiaba di Rapunzel, ma fermatevi, non di quella Disney con Flynn/Eugene, ma della fiaba dei Grimm. Però, a parte la torre, non ho trovato molte cose da farmi pensare al retell e dire "che genio" come mi è capitato leggendo altri retell.

La protagonista, dal nome Orlaith e settantanove soprannomi, è l’unica sopravvissuta a un massacro che ha sterminato un intero villaggio, tale massacro è imputato a delle creature cui Rhordyn, forse il nostro protagonista maschile, dà la caccia da sempre.

Lei si ritrova confinata in un castello dal suo salvatore, dal quale, attenzione, è libera di uscire quando vuole e quando le viene proibito, conosce strade alternative che tutti sanno usi, ma nessuno le dice nulla. Tuttavia, ha paura a lanciarsi oltre un certo confine.

La storia è scandita da diversi POV, ma la predominanza è quello di Orlaith, che si fa sempre, e dico sempre, le stesse pippe mentali su Rhordyn e ogni tanto sul suo amico Kai – che devo capire che cacchio di creatura sia: un tritone? Qualcosa del genere? – Ogni tanto si allena con Baze, altro tizio che spunta a caso, pare un latin lover, ma non si capisce a cosa serva ai fini narrativi.

Idem tutta una pioggia di personaggi inseriti più per allungare un brodo già esteso dalle perifrasi e dalla ridondanza di figure retoriche che Orlaith usa soprattutto per descrivere quello che prova per Rhordyn, ma che non servono a molto, perché sono solo manierismi che alla lunga – ma pure alla media – stancano e annoiano, anche perché sono quasi sempre rivolti alle stesse cose.

L'autrice, dunque, si sofferma su ambienti e ripetizioni, creando un tono monotono e lento. La trama è impossibile da capire, perché non si sa dove si voglia andare a parare.

All'inizio c'è un glossario inutile, perché poi all'interno del testo ci sono indicate cose che necessiterebbero del glossario e che, invece, sono date per scontate. Così come non viene detto cosa siano i personaggi. Rhordyn non mangia, vive di una goccia di sangue annacquato che lei gli offre da quando l'ha salvata a due anni fino ad oggi, che ne ha 21. È un vampiro? Chi lo sa!?

Vengono enfatizzati alcuni aspetti dell’ambientazione e della protagonista creando un tale senso di monotonia da offuscare quei momenti che hanno realmente un impatto sulla trama, come il summit e l'unico personaggio degno di nota, Cainon, che arriva troppo tardi e va via troppo presto perché possa salvare la storia. Zali non la nomino neanche, perché è la classica terza (o settima) incomoda splendida messa lì per far scena e - forse - nel letto di Rhordyn.

Altri elementi: Orlaith ama farsi del male, deve drogarsi ogni notte solo per poter dormire, desidera il suo tutore cui castello non lascia più da 19 anni, i suoi istruttori le hanno dato un'istruzione mirata, non sa e non vuole sapere qualsiasi cosa del suo mondo. Ci sono descrizioni immense di cose inutili ma non si sa molto bene che aspetto abbiano i personaggi, quanti anni abbiano i maschi o quanti ne dimostrino.

Kai è un tritone? Ha un disturbo della personalità e diventa un Kraken? Cosa cippa è Baze? Perché è lì, da quando? Cosa rappresenta per Rhordyn, il sovrano di quella terra?

L'inverno sta arrivando? Ah, scusate, ho sbagliato libro.

Orlaith offre sangue ogni notte a Rhordyn da quando aveva 2 anni. Pensa di condividere una parte di sé con lui e si sente soddisfatta dall'autolesionismo? Però lo punisce, si punisce. Fa capricci, li fa anche lui. Li fanno tutti.

Ci sono rituali e situazioni che non vengono spiegati, ma dati come cosa nota. Orlaith va in calore - come gli animali - a 21 anni per la prima volta, e vuole tutti. Ma non ottiene che una grattatina da Rhordyn con mille sensi di colpa e un bacio dal tritone – che però è il suo migliore amico. Senza contare che, va bene non usare un linguaggio esplicito, ma l'implicito non è che sia tanto meglio quando si capisce il sottinteso e questo è raccapricciante.

Viene definito dark romance, io ho un'idea differente di questo genere e questo libro ha toni cupi e crudi ma che non riguardano più di tanto la relazione tossica tra la protagonista e il resto del mondo. Se lei che si presenta a tavola coperta di cacca di cavallo o il suo amico Kai che vuole leccare il suo ciclo per guarirla possono definirlo dark romance, fatemelo sapere.

Qualche bacio dato con rabbia non rende la cosa un dark romance, non c'è redenzione del protagonista maschile né, eventualmente, di Orlaith. O di chiunque altro.

Ci sono solo cadaveri sventrati degni di un horror splatter.

Posso solo trovare due pregi: la copertina, molto bella e la traduzione ben fatta.

Quindi, con tutto il rispetto, ma il mio giudizio è 2 stelle, per questo, e per la totale assenza di tutto, non lo ritengo neanche papabile di metri.

Valutazione: ⭐⭐/5

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