Incollati,
ditemi qualcosa di vero!
Sapete che normalmente non seguo le mode, per una sorta di ribellione al fatto che io o alcune delle mie colleghe ed amiche non saremmo mai "moda" del momento (che ne dica Sy-Sy), ma nel caso del libro che voglio spacciarvi oggi, ho seguito l'istinto pur conformandomi all'onda. Mi riferisco a "Punk 57. Insieme siamo perfetti" di Penelope Douglas edito da Newton & Compton che per una volta non criticherò per la grafica di copertina!
Partiamo da Ryen, la protagonista femminile. Lei è sé stessa solo quando scrive a Misha, più o meno... Anzi, diciamo che quando scrive a lui si dipinge per come vorrebbe essere: libera.
Ma torneremo presto su questa cosa, Incollati.
Parliamo della trama: molto originale anche se stando alla sinossi mi sono fermata un attimo perché l'ho immaginato molto simile ad altri libri con l'espediente dello scambio epistolare dei protagonisti. Invece no. E mi dispiacerebbe molto se qualcuno che ha avuto il mio medesimo impatto rinunciasse alla lettura, perché vi assicuro che il libro è molto originale.
Oggi, lo dico spesso, l'originalità è qualcosa di raro e prezioso e devo rendere merito a Penelope!
Anche se, attenzione... Misha è un bad boy sboccato!!! (Ve lo dico, dato che sono anziana e incazzata, per molto tempo tirerò frecciatine a quella recensora!)
Torniamo all'essere e all'apparire di Ryen. Una diatriba vecchia come il mondo, i filosofi antichi disquisivano su questo e, la sottoscritta, pur non valendo una minchia, ha sentito parecchio l'argomento.
Ma Ella, cazzo, hai 50 anni...
Be', vi rivelerò una cosa. Quello che Penelope fa passare come un triste rito di passaggio dell'adolescente medio – e qui avrei da ridire, perché essere bullizzati NON PUÒ ESSERE UN RITO DI PASSAGGIO, - perché per molti la fase diventa anche l'ultima fase... comunque, è qualcosa che una persona di una certa sensibilità si porta dentro, magari dall'adolescenza, e mantiene anche nella mezz'età.
Nella mia vita d'insegnante, ho combattuto a volte con situazioni simili tra i miei alunni. Per la materia che insegnavo, poi, ero il confessore di tutti, e venivano da me i colleghi a vomitarmi addosso le loro frustrazioni pensando che fossi più buona del collega sacerdote, e gli alunni a chiedere aiuto da situazioni come quella descritta nel libro.
Io ho fatto quello che ho potuto, anche di più a volte. Ma al posto del grazie ho trovato un vaffanculo. Non solo come insegnante, purtroppo.
Quindi mi fa piacere che la Douglas ringrazi le colleghe scrittrici famose e inneggi alle seconde possibilità e alla maturità che ti fa uscire dal tunnel, ma nella vita reale, bella mia, si rimane alla versione di Ryen odiosa anche da vecchie, per istinto di sopravvivenza.
Scusate sono uscita un attimo dai ranghi dello spaccio, ma sono due mesi che mi girano le palle e sto pensando che, vista la situazione, potrei usare il mio scoglionamento come energia alternativa.
------------------------------------------- ALLERTA SPOILER --------------------------------------------------
Alcune frasi, affermazioni, mi hanno toccata particolarmente e mi ci sono ritrovata. Perché anche io ho fatto delle scelte come uno dei personaggi, quella di assumere uno pseudonimo e tutto quello che ne consegue per evitare il giudizio del mondo, perché per me, a 18 o 35 o 50 anni, non è cambiata un'emerita minchia.
E anche io ho trovato il mio Misha nei miei "Fiori sull'Asfalto", fino a che non sono diventati stretti e tossici anche quelli...
"«Vuoi essere amat- senza rischiare di subirne le conseguenze, perciò attiri l’attenzione di cui hai bisogno, ma ti godi il lusso di non assumerti la responsabilità di quelle parole»."
Ebbene, sarebbe bello poter scrivere solo quello che la gente vorrebbe e piacere a tutti come Punk fa sui muri...
"Non voglio sentire le reazioni degli altri alle mie parole perché, se sapessero che Punk sono io, reagirebbero in modo diverso. Ma non è esattamente corretto nemmeno lanciare il sasso e poi nascondere la mano."
Questa è invece la risposta che darei io a chi mi chiede il perché della mia scelta di nascondermi dietro nomi d'arte, pseudonimi, maschere virtuali.
Perché:
"Ma molti di noi hanno fatto cose, cose ingiuste, in nome dell’autoconservazione."
Ed io di finire come Daphne e Laura non ne ho molta voglia...
L'autrice poi, fa un augurio finale nelle note, molto bello:
"E chiunque abbia vissuto un’esperienza simile a quella che i personaggi hanno affrontato tenga a mente queste parole: la situazione migliorerà, tu sei importante, insostituibile. Resisti. Troverai la tua tribù. Penelope Douglas"
Finito di piangermi addosso, vi consiglio questo libro perché è molto bello e ha tutti i metri al punto giusto. Non spoilero troppo sulla trama, perché ci sono dei colpi di scena interessanti e notevoli, a prescindere dalla mera relazione romance.
Belin, Ella, che spaccio del cavolo!
Ok, inizio a parlare in terza persona, ma credo che autoreferenzialità e pietismi a parte, abbiate capito che non solo il libro mi è piaciuto e che ammiro la Douglas per avere tanta speranza da distribuire ai lettori, ma che questo è uno dei libri che ti entrano dentro e ti lasciano il segno.
Piantometro 😭 😭
Figometro. 😍😍
Minchiometro 🔥🔥🔥
Kellanometro 💖💖
Schiavometro 🖼🖼