Incollati,
Concludo settembre con Please save my heart di Rebecca Smith, un libro che ho corteggiato per un po' di tempo e alla fine mi sono decisa a prenderlo con KU.
È un romanzo molto carino e avvincente.
Non so se sia un'opera prima dell'autrice, questo spiegherebbe qualche minuscola ingenuità, del tutto perdonabile - sia chiaro - che, tra l'altro, a mio avviso ha alleggerito una lettura che a tratti è da trigger, quindi, importante; come del resto è giustamente sottolineato dall'autrice in sinossi e non solo.
È una storia d'amore ambientata a Londra con una differenza di classe tra i due protagonisti Rylan e Grace, meglio noti come Red e Ginger.
Lui è un fighter clandestino mulatto, anzi, dalla descrizione sembrerebbe creolo, lei è di una famiglia altolocata dal passato e parentele discutibili e complicate ma molto legata al fratello Martin, grazie al quale conosce Rylan ed è amore a prima vista.
Però...
I casini sono dietro l'angolo e sono davvero tutti con la maiuscola.
Non sarà facile ammettere a loro stessi così come al mondo di essere innamorati per Ginger e Red, perché qualcosa si metterà in mezzo sempre: ex fidanzati diversamente stronzi, altri fighter molesti a livello pro; infine, personaggi potenti come Odin, il gestore del Fight Club di Redmask (Rylan) che sarà in parte d'aiuto in altre parte integrante del club "mai una gioia" per la nostra coppietta.
Per me è stata una lettura coinvolgente e commovente anche in alcuni tratti. Ho amato il tormento interiore di Rylan, l'ho sentito sottopelle e questo è positivo. Grace è davvero come la definisce Rylan, anche quando tenta di tenerla lontana, altro dato positivo.
Se fossi una che dà e potrebbe dare stelle, sarebbero quattro pulite, ma arrotondate a 5 perché, ovviamente, i grandi critici di Amazon l'hanno abbastanza affossata, ingiustamente. Perché il libro è scritto molto bene, ha una bella trama e, ripeto, alcune ingenuità, secondo me, sono non solo perdonabili, ma giustificabili per alleggerire una storia davvero con toni imponenti.
Una sola domanda, non una critica, affatto, ma una curiosità... Non sono sicura che la parola "afroamericano" sia applicabile ad una persona di colore che non vive negli Stati Uniti.